9 gennaio 2014
di: Douglas
Fonte: blogtalkradio.com
Transcript di: Predec
Tradotto da: Francesca
Redatto da: Marcy
Intervista audio
J: Già, è (non si capisce), anche, perché è, credo che Billy si proietti su di lui, sin dall’inizio. E quando iniziano ad interagire lui è tipo, capisce che il personaggio di Gale non è come gli altri clienti del bar, e cerca di salvare questo rapporto, è come se loro fossero gli unici ad essere normali, circondati da gente bizzarra, lui è davvero svelto – il personaggio di Gale – nel far capire che, um, sai, è tipo, bè, sai, si mette in sintonia con Billy immediatamente. Del tipo, bè, cosa sei, sei normale? Veramente? Siamo tutti qui per un motivo. E credo sia per questo che Billy capisce che, sai, per lui è come una specie di risveglio, e capisce di essere lì per un motivo. Penso che lo apra all’esperienza, a sperimentare quel capitolo della sua vita per intero, e da lì lui inizia a cambiare.
D: Non vedo l’ora di vedere il prodotto finale. Tanta gente sta twittando, sapete, ci mandano domande e cose simili. Voglio leggere un paio di domande. Una per te, Rachel. Quale pensi sia il significato più profondo della parola 'thirst?'
R: Scusa. Scusa ho avuto un’interferenza; non ho sentito. Puoi ripeter per favore? Penso che Gale abbia starnutito, o si sia soffiato il naso... (non si capisce)
Gale: Salute.
J: Gesundheidt.
R: Qual è la mia interpretazione della parola 'thirst?'
D: Sì.
R: Um, molto interessante. Thirst - il titolo del film - è, sì è molto evoluto nello scorso anno, e credo significhi molte cose, specialmente se riferito ad una dipendenza. Um, è un bisogno di qualcosa, una necessità, credi di aver bisogno di provare qualcosa che ti faccia dimenticare qualcos’altro, quel tipo di sete. Il titolo è venuto, è ispirato ad una canzone di un mio amico che ora non c’è più da due anni. Um, Evan Bliss. Ha scritto una canzone intitolata "Thirsty." Tratta di dipendenza. E’ bellissima. Ascoltavo la canzone mentre discutevamo su che titolo dare al corto, e mi è sembrata davvero appropriata.
D: Chi è l’autore?
R: Si chiama Evan Bliss. B-L-I-S-S.
D: E si trova su I-Tunes così i fans possono ascoltarla?
R: Sì.
D: Okay.
R: E’ su I-Tunes. Cercatela lì.
D: Cercatela davvero.
Okay, la domanda veniva da @evynineseconds. Volevo dirvi ragazzi che sono due anni che ho questo show. Ho ospitato quasi 300 diverse celebrità provenienti da tutti i generi, ma questa trasmissione è quella con il pubblico più internazionale. Ci sono persone che ci ascoltano dalla Finlandia, Grecia, Spagna, Portogallo, Italia, Canada, Galles, e persino Australia, e Messico. E ovviamente, Stati Uniti.
J: Wow.
R: Wow, è fantastico.
D: La gente si è alzata presto, o andrà a dormire tardi, hanno messo un allarme. Sono tutti molto eccitati.
R: Grazie perché ci state ascoltando!
J: Sì, grazie per esservi collegati.
D: Per cui, sapete, mi sento sopraffatto; non ho mai avuto ascoltatori così differenti. Sapete, di solito ci seguono solo dagli States. Per cui grazie per l’ascolto. Um, vediamo cosa c’è ora.
J: Uh, se posso dire una cosa a riguardo. Credo questa sia la prova di quanto l’argomento che trattiamo sia universale.
Sai, ci sono dei bisogni umani di base che transcendono il linguaggio, e (incomprensibile). Questa sete, il bisogno di connettersi alla gente ed i temi della dipendenza e della solitudine, le cose che questi personaggi affrontano sono comuni a tutti indipendentemente dal loro paese d’origine. E’ interessante, sai?
D: Sì, è una cosa triste; ho persone affette da dipendenza nella mia famiglia. Non sono io, ma membri della mia famiglia, per cui sono in contatto con essa da quasi 40 anni ormai. Credo che tutti possano essere, come hai detto, vicinissimi a qualcuno con una tale esperienza, per cui sono certa che l’argomento tocchi molte persone.
J: Sì, e credo che per me, come attore, cantastorie, e probabilmente è lo stesso per Rachel e Gale – non posso parlare anche per voi – credo che molti di noi facciano, che parte della bellezza di un film è che si connette con il pubblico, ci fa condividere esperienze con le persone e ci avvicina. E non ti senti più perso.
D: Continua, Rachel.
R: Assolutamente. Penso la stessa cosa, e per continuare ciò che dicevi, Douglas, abbiamo sperimentato le stesse cose con la nostra crew – in questo film abbiamo incredibili cast e crew – e non riuscivo a credere quanta gente veniva da me, membri della crew, e andavano dal cast a dire, cioè, che avevano una storia personale simile. Che avevano un familiare o un amico affetto da dipendenza, e, um, che il copione li toccava da vicino. E’ bellissimo lavorare su un progetto in cui tutti credono nell’importanza della storia che raccontiamo. Ho pensato fosse fantastico. Uh, magari fantastico non è la parola adatta, perché l’argomento è molto triste. Ma è fantastico lavorare tutti insieme per raccontare una storia di cui si dovrebbe parlare più spesso.
D: Già. Decisamente. Uh, un’altra domanda da Twitter. Per tutti voi. Dato che il film tratta della condizione umana, quali sono i vostri estremi? Domanda di Elaine.
(Qualcuno parla in background)
D: Non sono sicuro di cosa significhi. L’ho letta ma non sono sicuro..
R: Scusa.
D: Sì… Dato che il film tratta della condizione umana, quali sono i vostri estremi? Non sono sicuro...
J: Noi o i nostri personaggi...?
D: I personaggi credo.
J: Penso che uno degli estremi, tornando alla domanda precedente, riguardo al titolo, penso sia connessa a questa, voglio dire la sete per me è un bisogno, qualcosa che vuoi, ma viene da, da una bocca asciutta e arida. Mancanza di vita. Essere alla fine di quell’estremo significa vivere nell’assenza di sostanza, acqua liquida, vita. In un certo senso è interessante per me, guardate Billy. Lui ha così tanta sete da un lato. E dall’altro sta quasi annegando. E si trova sul precipizio fra la vita e la morte. Si sta confrontando con la propria mortalità, ma dall’altro alto, c’è una sorta di natura dualistica che lo porta a voler vivere così tanto, sai, c’è l’estremo di voler finire la propria vita, e all’altro estremo c’è il sentirsi, (incomprensibile) profondo, bruciante bisogno di vivere. Capisci? E’ molto, è davvero, capisci? Credo che la vita sia questo. Cercare di trovare – bè è quello che faccio io per lo meno - invecchiando, una terra di mezzo, più moderata. Ma a questo punto della vita, come molti di noi, ci confrontiamo con degli estremi.
Andiamo dalla secca all’annegamento nel giro di un minuto. E anche nel mezzo di tutto ciò.
D: Asolutamente. Ottima risposta. E la stessa ragazza ha appena chiesto qualcos’altro, ed è per Gale. Chiedi a Gale come và la sua scrittura, dato che sta lavorando a screenplays. Mi chiedevo come andava e digli che ci manca molto.
R e Gale: ( ridono)
Gale: Uh, anche loro mi mancano. Per me – per quanto riguarda questo progetto – e la scrittura, um, credo che aver conosciuto Michael, um. Ci siamo incontrati qualche anno fa in una situazione simile (ride) a quella che c’è nel copione. E lascerò che sia il tempo a rivelarla. Ma lavorando sull’idea che il titolo del film alza la sete, come diceva Josh, sai? Devi trovare la tua aria, ma ti serve anche altro, e prendi ciò che ti serve, o che credi ti serva. E invece peggiora le cose. C’è una metafora molto semplice. Ti svegli dopo una sbornia, capito? Il tuo corpo ha perso l’abilità di rigenerarsi, perché c’è alcohol nel tuo sangue, e l’aria passa dentro e fuori di te. Um, e qui si ritorna alla domanda sugli estremi. Mi piace pensare che parte di ciò che John sta facendo, um, fa capire a Billy che una volta raggiunto un certo stato, potresti potenzialmente rimanerci per sempre. E, puoi aver sete di qualcosa che ti faccia dimenticare i tuoi problemi, ed è ironico. Magari sei solo, o miserabile, o triste, o puoi avere il cuore spezzato, e cerchi qualcosa che ti faccia stare meglio. Ma rischi di sostituire qualcosa che non va bene con qualcos’altro che ti fa stare anche peggio. Ma una volta che sei al volante non puoi più fermarti. Ed in un modo strano, John è una specie, è um, in modo grossolano, è tipo (incomprensibile) sbaglia capendo i propri sbagli. Um, e per quanto riguarda la scrittura...devi trovare il modo di farlo trasparire, sai? In realtà, Michael lo fa capire chiaramente. E, dato che è un corto, è minimalista, e deve essere economico. Ma lui ha intrappolato Billy in un posto che, non importa da che parte provi a girarsi, lo trattiene sempre più dov’è e in ciò che fà. Lo spinge in direzioni molto estreme. E la scrittura, per me è eccitante trovarmici accanto e mi completa. E resta con te anche quando ti svegli una mattina dopo due settimane, e stai avendo (incomprensibile ) le conversazioni che il tuo personaggio ha avuto, e all’improvviso il concetto diventa rilevante in ciò che stai vivendo, tornando a ciò che diceva Josh. Sai, siamo qui a raccontare storie. Ma dobbiamo dire la verità, e condividere qualcosa. Siamo quasi oracoli. Non so se questo risponde alla domanda, ma...
D: Sì. Sono sicuro di sì. Rachel, volevi aggiungere qualcosa? Mi sembrava avessi iniziato a dire qualcosa...
R: Oh, no, no, no.
D: Okay. Un’altra domanda per Harold. Gale Harold. Chiede, ti spiace chiedere a Gale se fa altro nel modo dell’arte, tipo dipingere o disegnare, o qualunque cosa che abbia a che fare con le arti?
R: (sghignazza)
Gale: Connesso con cosa? Scusa?
D: Con le arti? Tutto, lei parlava di dipingere, disegnare, connesso con l’arte?
Gale: Um, brucio libri.
D: (Ride)
R: (Ride)
Gale: No, no, non è vero. Um, io, uh, ho studiato fotografia e (incomprensibile) ed ho passato molto tempo a sviluppare. Non lo faccio più. Um...
R: Aerei di carta.
D: Aerei di carta...
R: Già.
Gale: Aerei di carta pieni di lamette, gettati giù da piccoli edifici.
(Gli altri ridono)
Gale: No. Uh, sì, sono un fan. Osservo lo stile artistico tradizionale e non. E non ti dirò cos’è, ma, uh, non creo troppo, a parte cercare di essere, uh, un performer più o meno convincente al momento.
D: Ecco. Per far capire al pubblico, tipo, com’è nata l’idea di questa intervista. Recentemente ho tirato fuori i miei DVD di Queer as Folk, ed ho guardato tutte le cinque stagioni di seguito. Ho finito di guardare il finale pochi minuti prima di questo show. Sono due anni che ho questo programma, e mi sono detto, perché, dato che ho avuto tante celebrità, perché non andare a vedere cosa sta facendo il cast di Queer as Folk adesso? Quindi, se ci sono fans all’ascolto, so cosa fa Gale oggi. Um, ed ho in programma due trasmissioni di reunion. Una con, uh, Michelle e Thea, che hanno interpretato Melanie e Lindsay. Succederà in questo mese. Ed un’altra con Scott e Peter, che interpretavano Emmett e Ted. Per cui, voi fans di Queer as Folk, sintonizzatevi su "OnAirWithDouglas.com" se siete all’ascolto e siete fans. Um, prima di finire, volevo dirti, Gale, che sei stato parte di uno dei migliori show televisivi di tutti i tempi. E’ stato rivoluzionario ed ha precorso i tempi; è iniziato più di tredici anni fa. E quel film, quello show ora, mi chiedo come sarebbe stato ai giorni d’oggi con i social media e con il modo in cui la comunità LGBT si è evoluta. Ci sono 14 stati che permettono il matrimonio ora. Le cose sono così diverse da come erano nel 2000. Um, volevo solo dirti che sono lieto che tu sia stato parte di uno show rivoluzionario, e, uh, che tu sia entrato nelle nostre vite, sai, ogni settimana mentre eri nello show. E fino a che i social media, uh, non me lo hanno fatto notare non sapevo quanto i fans dello show ne siano ancora ossessionati. Sono ancora presenti, tanti anni dopo. Lo guardano ancora. Scrivono fan fiction su quello che può essere successo dopo lo show. Non sapevo ci fosse tutto questo. Com’è per te? Sono sicuro che la gente ti segue e ti nota ancora? Come è stata questa community per te?
Gale: Um. Bè prima di tutto grazie per le tue gentili parole. E sono felice di sapere che presto parlerai con altri membri del cast. Um, è stato intenso, inizialmente. Um, mi ha molto ispirato lo show originale creato da Russell T. Davis e la performance di Aiden Gillen sul cui personaggio fu basato il mio. E non ho mai pensato fosse possibile poter fare una cosa simile negli Stati Uniti. Um, ma abbiamo raggiunto un obbiettivo, credo, e nel periodo in cui ci lavoravamo ho potuto rendermi conto ad intermittenza di ciò che accadeva perchè ad un certo punto ha preso vita da solo. E, uh, credo che avrei dovuto saperlo – ed ero molto nervoso a dover rappresentare la vita di altre persone, vite che si spingevano in profondità ed esploravano un luogo in cui molta gente aveva sofferto, e sofferto molto. Erano morti, erano stati picchiati, feriti. Uh, hanno dovuto lottare con leggi che non erano gentili con loro. E oggi puoi guardare alla Russia, e vedere quell’estremo. Um, per cui molte persone che, credo, si sono connesse con quello che facevamo noi erano sollevate nel vedersi rappresentate come una valida parte della vita comune. Ed è così strano doverlo dire, perché siamo tutti esseri umani, e ci meritiamo di vivere, vivere come vogliamo, senza preoccuparci di quello che altri credono che la vita debba essere. Crescendo però io non ho mai sperimentato quella intensità. Magari attraverso amici, ma non personalmente. Per cui, senza far diventare questa risposta troppo lunga, um, mi ci è voluto un po’ dalla fine dello show per essere in grado di, tipo, fare un passo indietro ed essere fiero di ciò che avevamo fatto. Capisci?
D: Uh, hum.
Gale: E l’intensità delle reazioni è stata un pò, uh, sconvolgente, mi spiego?
D: Sì
Gale: E’ stato euforico ed incredibilmente divertente. Ed una vera sfida. E le relazioni che ho instaurato con le persone con le quali lavoravo sono alcune delle più importanti della mia vita, e lo saranno finché morirò. Ma è stata dura guardare le cose in prospettiva. Capisci? Eppure io, tipo, probabilmente lottavo con il 30% dell’intensità con la quale alcuni degli attori con cui lavoravo, con cui lavoravamo, dovevano lottare. Per cui penso che, sai, per rispondere alla tua domanda, quel responso e l’impatto che ha avuto sulla gente sia il risultato del fatto che la gente ha visto la propria vita rappresentata, o uno specchio di ciò che stavano passando, nel bene o nel male, e di cui non potevano parlare. E a volte siamo andati bene ed altre male. Ma penso che il (incomprensibile), e sono molto felice che siamo riusciti, sai, a dar voce alle idee delle persone magari? Incoraggiarle, ispirarle? Se le fa arrabbiare, con noi o con le idee che cercavamo di rappresentare perché, come attori raccontiamo storie mascherati da altre persone. E quel progetto, nello specifico, cercava di parlare alla gente di cose svelte e varie, alcune delle quali mi erano famigliari ed altre meno. E, um, sono felice che ce l’abbiamo fatta, e che abbiamo mantenuto l’energia originale.
D: Sì eccome.
Gale: Si spera, sì.
D: Come dicevo, ho letteralmente appena finito di riguardare il finale di serie, e lo avevo visto solo una volta in precedenza e cioè quando era stato trasmesso la prima volta. Riguardarlo ora dopo tanti anni, è stato come vederlo per la prima volta, perché è passato tanto tempo. E nella scena finale ci sei tu, che balli da solo, e devo dirtelo. Ho pianto a dirotto, piangevo e basta. Mi ero quasi dimenticato quanto fosse intensa la relazione fra Brian e Justin. Per cui, uh, è stato , hai fatto un ottimo lavoro. Per cui sono molto, volevo solo dirtelo. Uh, sono sicuro che te lo dicono spesso, ma sono un fan anche io e volevo dirti, hai fatto un lavoro magnifico. Ed ho visto tutti i tuoi films da allora, ed ora con Thirst; sai, sei un attore adatto a ruoli diversi e puoi fare di tutto. E, un’altra domanda prima di tornare a Thirst posta da qualcuno. Dave ti voleva chiedere com’è stato lavorare su Desperate Housewives? Ho sete di risposte. E’ un Giovedì Assetato.
R: (Ride)
Gale: Um, è stato divertente. E’ stato molto divertente. Era un mondo completamente diverso in cui mi sono trovato, e, um, ed è stato, in modo strano, una delle cose più inusuali che io abbia mai fatto, perché era un format ed uno stile cui non ero abituato. Um, posso dirti che la prima volta che ho visto Kyle
MacLachlan
ho quasi perso la testa, perché Blue Velvet mi ha fritto il cervello nel modo più bello. L’ho visto e (incomprensibile), e non riuscivo a credere di essere nella stessa stanza con lui, e ci parlavo come fosse una persona come un’altra. E poi abbiamo recitato (incomprensibile), e mi tremavano le ginocchia. Per cui quando penso a Desperate Housewives, quella è la prima cosa che mi viene in mente.
J: E’ forte: proprio forte.
D: E’ favoloso. Uh, Rachel, continua tu.
R: Uh, volevo solo commentare, uh, Douglas, come dicevi, parlando di Queer as Folk e dei fans, siamo molto grati a tutti i fans di Gale sparsi per il mondo. Sono fans molto devoti, e per una ragione. Voglio dire, lui è un attore pieno di talento, e tutti i nostri attori hanno dato tanto e si sono applicati nei loro ruoli e nel creare i personaggi. Sai, questi personaggi si sono evoluti davanti ai nostri occhi sul set. Sono divenuti molto di più di quanto fossero solo sulla carta. E ne siamo immensamente grati. Siamo grati a tutti i fans di Gale, e di Josh, e di Melanie, ed a tutti coloro che hanno supportato il nostro 'progetto appassionato.'
D: Yeah, avete un bel gruppo. Sarà, voglio dire, una volta distribuito, sai, nel circuito dei festival, sono sicuro che vincerete molti premi e riconoscimenti. Intendo dire che, anche senza averlo visto, già dall’energia che lo circonda e grazie al fatto di averne discusso con voi, so che sarà un successo. Con alcuni corti, è una premonizione, alcuni corti, ne ho visto uno intitolato "Dare" una volta. Un corto di 15 minuti da cui poi è stato ricavato un vero e proprio film. E’ qualcosa che vedete anche nel vostro futuro, magari?
R: E’ decisamente qualcosa di cui abbiamo parlato. Michael, lo scrittore, ed io, abbiamo quest’idea. Abbiamo un altro film in progetto e lo stiamo sviluppando, ma siamo stati così coinvolti da Thirst e quasi consumati da esso che non vogliamo lasciarlo andare ed è nostra intenzione pensare ad un futuro copione più esteso.
D: Bene, Gale, stessa domanda per te. A parte Thirst, cosa possiamo aspettarci da te, cioè, hai nuovi progetti, stai lavorando ad un film o c’è qualcosa che uscirà nel 2014 di tuo?
Gale: Uh, sto per iniziare a fare le prove per un film che è, um, iniziamo a lavorare la prossima settimana. Il mio ruolo è – bè non posso dire molto – ma ho un personaggio bravo con le parole, ed è un discepolo di Satana cui piace causar guai.
(Risate in background)
Gale: E, uh, il film è basato sul mito dell’Angelo e del Diavolo. Che siedono sulle tue spalle. In pratica sono un pappagallo. (Incomprensibile). E cercano di influenzare una ragazza a fare ciò che loro pensano sia giusto in determinate circostanze. E’ un gioco di moralità, il giusto contro l’errato. E’ una soria di an anti-moralità. Questo è ciò che faccio al momento. E poi è in uscita un altro film che ho fatto, e che uscirà quest’anno. Non so quando, ed è The Field of Lost Shoes - un pezzo storico sulla Guerra Civile – nel quale ho potuto lavorare con uno dei miei idoli, Jason Isaacs. E, um, è uno scorcio tragico e commovente della storia del nostro paese e non è facile parlare di ciò che accadeva allora, ma sono stato felicissimo di lavorare con lui, e spero molto di non aver distrutto il dialetto Irlandese. E, uh...
D: Continua.
Gale: Uh, no, questo è quanto.
D: Quando parlavi dell’altro film, quello del discepolo o cose del genere, mi è tornato il flashbacks di quando sei stato in Gray's Anatomy. Avevi quella swastika disegnata, avevi quella swastika in tutti e due gli episodi. E’ stato intenso. Hai fatto un ottimo lavoro. Molto intenso. Voglio dire, deve essere stato intenso da interpretare; sicuramente era intenso da guardare.
Gale: Sì, è stato intenso avere una swastika sul petto. E’ grande come un piatto da portata e non ti fa star bene con te stesso, ma devi far finta di essere quel genere di persona, giusto?
D: Sì esattamente. E devo anche dirti che seppure The Secret Circle non ha avuto una seconda stagione, è stato un altro show fenomentale. E tu eri eccellente. Ho comprato i DVD, e lo riguardo sempre anche su Netflix.
Rachel, volevo ringraziarti per aver reso tutto questo possibile. E grazie anche alla tua assistente.
R: Grazie a te, Doug, per l’invito e il tuo supporto.
D: E Gale, voglio ringraziare anche te. Sono felice che tu sia stato il primo, uh, ospite di QAF che ho avuto nel mio show. Sono eccitato perché avrò anche gli altri, e per sapere cosa fanno ora. Volevo dirti, uh, Gale, guardando QAF che ora è nel passato, dove pensi che si Brian Kinney oggi? Dov’è nella vita? Cosa pensi?
Gale: Oh, uh, credo che sia caduto molto, molto in basso, o salito molto, molto in alto, non c’è via di mezzo. E, um, spero sia molto in alto, ma ho il leggero sospetto che sia molto in basso.
D: Sì. Uh, è interessante, perché come ho detto prima ci sono molte fan fiction là fuori, e la gente ha preso lo show, e lo ha portato avanti usando la propria immaginazione, ed è interessante. E sono sicuro che te lo hanno chiesto un milione di volte. Avete mai parlato di fare un film di riunificazione, o un (incomprensibile) per riportare insieme il cast?
Gale: Uh, non credo di aver sentito nulla di ufficiale. Scott Lowell ed io buttiamo qualche idea qui e lì, sai, e ci sono belle teorie, ma, um, credo sia solo per conoscenza, e perché amavamo il periodo in cui lavoravamo allo show e ci mancano le persone con cui lavoravamo, e ci siamo innamorati dei nostri personaggi e, sì, vorrei sapere dov’è ora Kinney, e, um, penso che a noi tutti piacerebbe sapere dov’è ora quel mondo, sai? Voglio sapere come vanno le cose per Debbie.
D: (Ride)
Gale: E chi lo sa, sai?
D: Sì, lei era speciale. Scommetto che lavorare con Sharon è stato magnifico, perché lei era, è la mamma che tutti vogliamo. Vorremmo tutti una mamma che, non so, era un po’ troppo presente, ma era la madre che, quando fai coming out da giovane, hai bisogno del suo livello di amore e accettazione dai tuoi genitori. Lei ha fatto un gran lavoro.
Gale: E’ la madre che ti prende fra le braccia e ti stringe e poi ti prende a calci nel sedere, ma se qualcuno ti fa del male lo picchia anche più forte.
D: (Ride) Finisco con questa domanda, Gale. La gente chiede 'Per favore passa più spesso su Twitter.’ (Ride) Sentono la tua mancanza su Twitter, per cui...volevo fartelo sapere.
R: E’ divertente, perché io ho incontrato Gale su Twitter. Molto strano.
J: Davvero?
R: (ride)
D: Dimmi, Rachel, eri fan di Gale? Lo avevi mai incontrato prima? E come è successo?
R: No, non avevo mai incontrato Gale prima. Abbiamo avuto dei brevi appuntamenti, um, ma solo online. Di persona mai no; no, non avevo incontrato Gale, avevo sentito molte cose su Gale da uno dei nostri quatto produttori esecutivi e da Michael, e poi ho incontrato Gale una volta ed abbiamo iniziato a lavorare su Thirst e lui è entrato nel progetto, per cui, um... Era la prima volta che lavoravo con Gale, ma spero non sarà l’ultima.
Gale: Vero.
D: Bene, grazie a tutti per essere stati qui. Vi lascio andare, e mi piacrebbe avervi ancora ospiti individualmente o insieme quando uscirà il film, se posso aiutare ancora. Per cui teniamoci in contatto.
Gale: Grazie mille, a tutti voi là fuori che ci state aiutando. Lo apprezziamo molto. Vuol dire tanto. Non sapete... non c’è modo di dirvi... quindi...
D: Prego. Da parte di tutti quelli all’ascolto, prego.
Gale: Ciao Josh, ciao Rachel, ciao Doug. Ciao.
D: Bene, questa è per voi ragazzi, se ci riesco? Dov’è? (Inizia la sigla di Queer as folk). Ecco qui... Spero abbiate gradito la chiacchierata di oggi.
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