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Domande & Risposte con Gale Harold

27 maggio 2004

Dove: Teatro Regent 614 La Brea Av. Los Angeles
Tradotto da: Francesca
Redatto da: Marcy

Domanda: Il personaggio di Kyle deve essere stato divertente da interpretare, c’é una grande differenza con il tuo ruolo nel telefilm di successo “Queer as Folk”.

Risposta: Decisamente, dopo 9 mesi in cui reciti un ruolo in una serie, ti rendi conto di quanto la genesi di un personaggio richieda un approccio completamente diverso da quello che serve per un film. Non avevo mai lavorato in una serie TV prima e lì le dinamiche fanno sì che un personaggio non possa cambiare tanto, in particolare in un insieme quale é “Queer as Folk”. E’ solo una delle trappole stilistiche della televisione: non puoi spingerti troppo lontano o troppo velocemente. Sei in una sorta di animazione sospesa che é completamente differente da un film. Non puoi avere ogni personaggio completare un arco (di storia) diverso ogni settimana. Perciò l’opportunità di esplorare e di immergermi in un personaggio come Kyle, in un film basato sui personaggi come questo, mi ha fatto molto piacere.


Domanda: Come descriveresti lavorare con lo scrittore/regista Henry Leroy Finch?

Risposta: Una volta iniziato mi é sembrata una collaborazione. Roy aveva una sua visione di ogni personaggio, ma ci ha dato la libertà di conoscere i personaggi insieme a lui; non mi sono mai sentito costretto o limitato. Aveva scritto il personaggio di Kyle con un potenziale di oscurità, e proprio in virtù del fatto che é uno dei quattro fratelli devi tener conto di quelle interazioni. Crea un’interessante dinamica che implica relazioni concrete, storie condivise e ricordi condivisi – anche se ognuno di loro può ricordare le cose in modo diverso. In un certo senso l’azione della storia é un tornare indietro – indietro nel passato dal punto di vista, individuale e soggettivo, dei fratelli.


Domanda: Che mi dici degli attori con cui hai lavorato? Com’era l’atmosfera con loro sul set?

Risposta: Si é sviluppato del cameratismo molto facilmente; in parte perché nessuno di noi si prendeva troppo sul serio. Davvero siamo scivolati in un rapporto “fraterno” molto velocemente – c’erano i nomignoli, il prendersi in giro. Devi tener presente che stavamo girando molto velocemente e questo ci ha permesso di connetterci velocemente e ci ha protetto dal perdere i nostri personaggi ed il “momento”.


Domanda: Alcuni componenti del cast e della troupe hanno rimarcato come Roy e (la produttrice) Susie (Landau Finch) hanno davvero creato un’atmosfera di cameratismo ed un senso di “famiglia” sul set.

Risposta: E’ stato proprio così. Loro sono così.... nient’affatto despotici, in nessun modo (ride). Molto di questo viene da Susie, per il fatto che é molto cortese e accogliente. E’ davvero una brava produttrice ed ha una reale prospettiva delle cose, visto che ha lavorato in film (fatti) in studio dove si hanno budgets eccessivi e un sacco di risorse a disposizione – e poi ha lavorato in cose più indipendenti come “Wake” in cui tutti danno il loro. Perciò, sapendo questo, ci ha reso le cose più agevoli.

E poi con Roy non c’era nessuna delle manie di un regista alle prime armi; non é affatto pieno di sé. Talvolta un regista che ha appena iniziato può comportarsi come un ragazzino viziato a cui hanno dato una macchina molto costosa da guidare – e la cosa può essere molto pericolosa. Roy é al polo opposto – un artista collaborativo che non é affatto interessato alle trappole Hollywoodiane.

E’ stato forte guardarlo. Aveva un intrigante approccio alla regia, che lasciava spazio all’improvvisazione a volte, che rispettava il lavoro di ripresa, il suono e le nostre performance, fino ad un certo punto. E’ consacrato ad un approccio del genere ma non in maniera dogmatica. Se qualcosa di tradizionale funziona meglio, la usa – non é una specie di masturbazione tecnica visto che c’é sempre un motivo per il quale sceglie una particolare tecnica di ripresa e così via.


Domanda: Questo film tocca temi potenzialmente cupi. Dov’era secondo te l’umorismo e la vita nella storia?

Risposta: Il lato più leggero era sulle spalle di (co-star) Blake Gibbons. Lui é un vero capobanda che entra a grandi passi nel mezzo del Big Top (letteralmente sarebbe Grande Vetta....). Non perde mai la visione del suo personaggio. Senza di lui la rappresentazione non avrebbe avuto quei momenti di leggerezza. E Blake ha recitato il ruolo di Raymond in modo molto affascinante, del tipo “morirei per te”. E’ stato molto bello per il mio personaggio avere il personaggio di Blake con cui confrontarsi.


Domanda: La relazione fra questi due fratelli, Raymond e Kyle, é particolarmente intensa nel film.

Risposta: Sì, quella relazione mi ha affascinato. E’ una sorta di “meta-famiglia”: in un certo senso, Ray e Kyle, sono al 98% la stessa persona ma quel 2% di differenza é molto potente. Perciò Kyle si trova in un perpetuo stato di sapere-eppure-non-sapere ciò che Raymond vuole fare.
Ed é stato molto bello lavorare con Blake, mi sono davvero sentito pieno di energia. E’ stato così per tutti perché lui ha una tale passione per la vita.


Domanda: Com’é stato lavorare con il leggendario Martin Landau?

Risposta: In realtà lo avevo già incontrato in precedenza, ed infatti non ho nessuna scena con lui nel film. Lui é una leggenda, é del tutto su un altro livello – come attore ma anche come presenza. Ha anche diviso alcune delle sue storie con noi mentre ci ritrovavamo tutti insieme sull’erba davanti alla casa in cui giravamo. Come attore é stato affascinante per me trovarmi accanto ad una persona del genere. Lui ha così tante sfaccettature, è molto sollecito, costantememente presente e accessibile. Martin porta con sé un’intera vita di esperienze e riflessioni. Soltanto osservare la sua concentrazione é meraviglioso perché é una persona così completa.


Domanda: Quali intuizioni credi che Wake offra sul modo in cui le famiglie o i fratelli interagiscono? Come si sviluppa la loro storia?

Risposta: Questa non é la tipica storia – non c’é un chiaro inizio, un centro ed una fine. E’ molto più impressionista, più emotiva che lineare. E’ davvero un’istantanea di una famiglia, e la natura della famiglia é una natura disfunzionale. Ray (Blake Gibbons) e Jack (interpretato da Johnny Philbrick) in particolare cercano, anche se senza successo, di riportare il passato al presente. Questo film é un gioco di memorie e i fratelli cercano di manipolare gli uni i ricordi degli altri.



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