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Theatre/Theater L.A.: Orpheus Descending


11, 12, 14 Febbraio 2010

di: Pia
Fonte: piksa.livejournal.com
Tradotto da: Francesca
Redatto da: Marcy

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Giorno 1

Ero convinta che avrei visto la commedia solo Venerdì e Domenica, ero stata tentata dallo spettacolo di Giovedì ma credevo sarei stata troppo stanca per il volo e che avrei rischiato di addormentarmi in teatro.

Mentre ero seduta nella mia camera di albergo, e mi chiedevo cosa fare quella sera prima di andare a dormire, all’improvviso mi è venuto in mente che potevo andare a vedere qual era la strada che dovevo fare per arrivare al teatro così da esser pronta per l’indomani. Ho trovato il teatro molto facilmente e sono rimasta lì fuori a guardare i poster. Ho deciso di non tornare subito in albergo e sono entrata nel bar lì accanto per bere una birra. Lì ho conosciuto delle ragazze che dovevano andare a vedere la commedia, e ho chiesto loro di poter vedere i loro programmi. Finita la birra, volevo tornarmene in albergo ma non ho resistito e sono entrata nel teatro. Prima che mi rendessi conto di cosa stava succedendo, mi sono ritrovata ad acquistare un biglietto per vedere la commedia quella sera. Mi sentivo molto su di giri, ed ero certa che non avrei dormito! Quando sono entrata nella sala del teatro ho visto che c’erano ancora posti liberi in prima fila e mi sono seduta lì.

Avevo preso in prestito dalla mia biblioteca il libro per avere un’idea più chiara di cosa stavo per vedere, e mi ha reso le cose molto più semplici. Gale è stato fantastico, come potete immaginare. Mi sono ritrovata a fissarlo molto ma mi sono anche ricordata di seguire la commedia! Ad un certo punto Gale era seduto ad un metro da me, suonava la chitarra e cantava… in quel momento ero molto felice.

Dopo la commedia sono rimasta nel teatro sperando che Gale uscisse. Ho parlato con alcune ragazze che mi hanno chiesto come avessi saputo della commedia, e io ho detto loro di Gale. Poi loro hanno detto al regista della commedia che io ero volata lì dalla Finlandia per vedere Gale, e lui mi ha detto che Gale era lì nel teatro che parlava con delle persone e mi ha portata da lui. Io ho aspettato che fosse il mio turno e poi gli ho chiesto l’autografo. Credo di aver parlato bene… anche se magari l’immagine di me che gli mettevo davanti carta e penna ha aiutato! Mentre lui firmava, io ricordo di avergli detto che non pensavo sarei stata lì quella sera perché ero in piedi da 29 ore ed ero molto stanca. Lui allora mi ha chiesto se avevo viaggiato, ed io gli ho detto che ero arrivata dalla Finlandia proprio quel giorno. Gale ha ripetuto Finlandia un paio di volte e poi ha detto che aveva parlato della Finlandia qualche giorno prima ma che non si ricordava perché. Non si è ricordato, alla fine. Tossiva un po’ stasera ed era chiaro che non vedeva l’ora di andare a casa, così non gli ho chiesto una foto. Ci riproverò domani o Domenica. Gli ho detto che speravo la sua tosse non peggiorasse, e lui ha detto che sospettava che l’indomani sarebbe stato divertente. Spero stia meglio domani. Gli ho detto che sarei tornata domani sera, e gli ho anche detto che dovevo fare più attenzione perché avevo avuto difficoltà a capire gli accenti. Lui ha riso e ha detto che è vero, sono accenti molto del Sud. Poi lui se n’è andato, ma prima ci ha ancora una volta ringraziato per essere andati.


Giorno 2

La sera successiva mi sono recata al teatro sul presto così da trovare un buon posto a sedere. Ho trovato la prima fila già piena, per cui mi sono seduta in seconda fila.
La commedia è cominciata un po’ più tardi. Stavolta mi sono concentrata di più. Ecco le cose che ho notato:

- Sono piuttosto sicura che ad un certo punto Gale dica: “Lei ha pensato che avessi addosso un cartello con scritto ‘stallone’.” Non l’avevo notata la sera prima e devo ammettere che ho trovato la battuta divertente.

- Il modo di cantare di Gale mi era già piaciuto la sera prima, ma stavolta mi è proprio entrato dentro. La sua voce quando canta è molto diversa da quella che ha quando recita.

- Parecchie volte durante la commedia Gale sembrava un ragazzino in un negozio di giocattoli quando il suo personaggio era entusiasta per qualcosa. E’ davvero adorabile.

- La sera prima non mi ero accorta di quanto il personaggio di Gale flirtasse. E’ stato interessante da osservare.

- C’è stata una scena in cui volevo andare ad abbracciare Gale perché aveva l’espressione di un cucciolo preso a calci. Era la scena in cui gli era stato detto di andarsene ma lui era rimasto lì vicino.

Dopo che la commedia è finita, sono rimasta lì ad aspettare Gale. Ho chiacchierato con le ragazze accanto alle quali ero seduta. Loro conoscevano Sheila Shaw ed erano lì per lei. Mentre parlavamo, il regista ci è passato accanto e mi ha salutato e ringraziato per essere andata di nuovo. Dopo un po’ è arrivato Gale. Stavolta c’erano molte più persone ad aspettarlo, per cui io ho aspettato di lato che venisse il mio turno. Mentre lui parlava con delle persone, ha menzionato la Finlandia per qualche motivo e, quando mi ha vista, ha detto che io ero Finlandese. Ha parlato con quelle persone un altro po’, poi è venuto da me e mi ha detto, scusandosi, che doveva parlare con una persona e sarebbe tornato subito.

Gale è andato a parlare con qualcuno, ma penso quella persona non fosse chi pensava lui perché è tornato da me molto velocemente. Lo avevo sentito tossire un po’, per cui gli ho chiesto come andasse la sua tosse. Lui ha detto di non esserne sicuro. Gli ho poi dato una foto che avevo stampato da fargli autografare. Prima che potessi dirgli di nuovo il mio nome, lui si è scusato perché non se lo ricordava. Si ricordava però qualcosa di simile. Mi ha fatto l’autografo e poi io gli ho chiesto una foto, e lui ha accettato. Ho chiesto a una persona di scattare la foto, e, mentre eravamo in posa, Gale mi accarezzava la schiena. Purtroppo mi ero dimenticata il flash per cui la foto è venuta buia. Gale si era spostato e parlava con altre persone, per cui ho aspettato che finisse prima di chiedergli se potevamo rifare la foto. Lui ha acconsentito. Lui è venuto molto bene, io no… ma questa è la vita!

Dopo la foto, ho preso una bustina che avevo con me e l’ho data a Gale. Dentro c’era un liquore Finlandese che avevo comprato per lui. Gli ho detto che quello era un liquore che si trovava solo in Finlandia, e lui ha tirato fuori la bottiglia dalla busta e ha letto il nome. Poi mi ha ringraziato e mi ha abbracciato. Mentre mi abbracciava mi ha anche dato un bacio sulla guancia. Mi ha ringraziato per essere andata e, prima di andar via, mi ha detto, “Ci vediamo!” Non gli avevo detto che sarei tornata Domenica ma credo lo abbia immaginato.


Giorno 3

Domenica è stata la volta del matineè. Avevo in programma di incontrare debv3 prima della commedia. Sono arrivata 15 minuti in anticipo ed ho notato che il bar in cui avevamo appuntamento non era ancora aperto, per cui sono rimasta fuori dal teatro ad aspettare. Mentre ero lì, il regista Lou Pepe è arrivato, mi ha vista e mi ha detto, “Ancora qui? Questa è la quarta volta per te?” Io gli ho risposto che era solo la terza volta perché la sera prima non ero andata. Abbiamo parlato un po’ e poi lui è entrato. Dopo un po’ è arrivata una donna Australiana che mi ha detto che era arrivata la sera prima e sarebbe ripartita l’indomani. Qualche minuto dopo, debv3 e la sua amica mi hanno raggiunta. Siamo tutte rimaste lì fuori a parlare un po’. Mentre eravamo lì, abbiamo visto entrare tutti gli attori. Anche Gale ci è passato accanto, noi lo abbiamo salutato e anche lui ci ha salutate. Siamo rimaste lì fuori fino all’apertura delle porte. Faceva caldo fuori per cui è stato piacevole stare dentro il teatro dove c’era più fresco.

Dentro, ho preso il mio programma e la produttrice, Ginger, si è ricordata di me. Siamo rimaste tutte lì a parlare e dopo un po’ si è aggiunta altra gente. E’ stato bello rivedere facce conosciute le sere precedenti. Siccome stavano preparando il set, non ci hanno fatto entrare subito, ma io sono rimasta vicina alle porte per assicurarmi un buon posto. Dopo un po’ il regista è uscito di nuovo e ha ringraziato tutti i presenti per essere andati.

Finalmente hanno aperto le porte ed io mi sono diretta verso il posto che volevo prendere. Purtroppo era riservato, per cui mi sono seduta in seconda fila. Pensandoci non era certo un brutto posto. Parlando con la donna seduta vicino a me, ci siamo rese conto che Gale passa molto tempo sulla sinistra del palco per cui ogni seduta a sinistra è buona.

Di nuovo, la commedia è iniziata tardi. Ecco le mie osservazioni per il matineè:

- Ad un certo punto Francesca Casale è entrata troppo presto durante una scena. Il suo personaggio doveva chiedere dove fosse andato il personaggio di Gale, ma Gale era ancora sul palco quando lei è entrata! Lei è stata brava a modificare la battuta per adattarla alla situazione. Anche Gale si è adattato, e l’ha ignorata. Se non avessi visto la commedia prima, non avrei saputo che si era trattato di un errore.

- C’è una scena in cui Gale parla di un uccello senza gambe che era costretto a dormire nel vento. Gale era molto intenso durante quella scena. Anche se l’avevo già vista, mi ha colpito molto.

- Durante una scena Gale si toglie una lettera dalla tasca, ma quel giorno dev’essere rimasta attaccata perché quando l’ha tirata fuori si è portato dietro l’interno della tasca. E’ rimasto penzolante per un po’ finché Gale discretamente l’ha rimesso a posto. E’ stato piuttosto divertente.

- Ad un certo punto Gale si accende una sigaretta, butta il fiammifero per terra e gli viene detto di raccoglierlo. Mi sono chiesta se Gale avesse buttato il fiammifero addosso a qualcuno per sbaglio una volta…

- C’è una scena fra Gale e Denise Crosby in cui sono seduti uno affianco all’altra. La scena, vi giuro, cambia ogni sera.

- Durante il primo atto la chitarra di Gale ha una tracolla, mentre nel secondo e nel terzo atto la tracolla sparisce.

- C’è una scena in cui Gale butta a terra un orologio. Stavolta si è rotto e i pezzi sono volati ovunque.

- Durante gli inchini Gale indietreggiando è andato a sbattere contro Claudia Mason perché non si era accorto che lei era lì dietro.

Alla fine della commedia sono rimasta lì per incontrare il cast e far firmare loro il mio programma. Sono stati tutti molto gentili e mi hanno fatto gli autografi. Sheila Shaw si è ricordata di me. Mentre parlavo con Claudia Mason, Gale mi è passato accanto. Ho pensato stesse andando via ma poi ho visto che si fermava e così sono andata da lui.

Quando ho potuto parlare con lui, gli ho detto la classica frase “third time is the charm” (ossia la terza volta è la migliore,) e lui subito mi ha chiesto se era stato davvero così. La domanda mi ha colto di sorpresa e mi ci è voluto un po’ per formulare la risposta. Lui ha detto, “No, eh?” ma io mi sono sbrigata a spiegargli che mi era piaciuto molto e che era interessante notare le piccole differenze fra una rappresentazione e l’altra. Gli ho anche detto che avevo notato delle differenze nei dialoghi, e lui ha detto che poteva succedere che qualche volta qualcuno facesse casino con le battute, e poi ha riso. Si è ricordato il mio nome, e mi ha firmato il programma. Gli ho di nuovo chiesto come andasse la tosse, e lui ha fatto un gesto con la mano ad indicare che andava così-così. Mi ha detto di sentirsi tutto congestionato e di aver avuto paura durante la commedia di “smocciolare” il palco (questa sì che è un’immagine, eh?) Mi ha anche detto che era contento che non fosse successo. Il mio piccolo momento con lui era giunto al termine così gli ho chiesto una foto e lui ha detto di sì. Poi mi ha salutato e ringraziato di nuovo e si è allontanato.

Io sono rimasta nei dintorni ad ascoltarlo parlare con gli altri, e poi mi sono resa conto che volevo chiedergli altre cose. Mi sono fatta coraggio e gli ho fatto le mie domande. La prima domanda era come si poteva tenersi informati sui suoi progetti, e lui non mi ha saputo rispondere. Gli ho chiesto allora se aveva un sito, e lui ha detto di no… ha detto di non avere nè un sito internet e neppure un fax.

L’altra domanda riguardava una cosa che mi aveva detto lui giovedì, ossia che aveva menzionato la Finlandia giorni prima ma non ricordava perché, io volevo sapere se si era ricordato.. Lui ci ha pensato e ha detto che non ne era sicuro. Poi ha iniziato a parlare della crisi economica e finanziaria ed ha detto che forse era per quello. Ha poi detto qualcos’altro che io non ho ben capito, ma che lui deve aver trovato divertentissimo perché si è piegato in due dalle risate. Quando si è ripreso, ha detto che in realtà non ricordava affatto e che il fatto della crisi economica e finanziaria era solo una battuta. Io mi sono congedata dicendogli che speravo di rivederlo presto, e lui ha detto che magari per allora si sarebbe ricordato.

Sono uscita dal teatro ed ho raccontato a delle persone che Gale aveva detto una cosa divertente ma io non l’avevo capita ed ero stata troppo imbarazzata per chiedergli di ripeterlo. Una donna mi ha detto che la sera prima mentre le firmava l’autografo, Gale aveva detto una cosa che lei non aveva capito e, quando lei gli aveva chiesto di ripetere, Gale le aveva risposto usando una battuta della commedia (You are my light – tu sei la mia luce.) La donna mi ha detto che era stata tentata di rispondere anche lei con una battuta della commedia.

Sono stata tanto fortunata da ottenere un passaggio fino all’albergo dalla produttrice della commedia. Ha dato un passaggio a più persone in realtà. Durante il viaggio abbiamo parlato della commedia. Io ho chiesto di chi erano le parole della canzone che canta Gale, e lei mi ha detto che erano state scritte da Tennessee Williams. Abbiamo anche parlato dell’orologio che si era rotto, e lei ha detto che si rompe molto spesso e che loro lo incollano di nuovo per la sera dopo. Abbiamo poi parlato del più e del meno, ma nulla di importante.



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