30 gennaio 2010
di: Don Grigware
Fonte: grigware.blogspot.it
Tradotto da: Robin
Redatto da: Marcy
La dura realtà è resa più sopportabile, per alcuni di loro, con l’aiuto di un’opprimente spiritualità, che si libra in maniera fantasiosa, come un uccello dall’ala rotta che brama di poter volare ancora una volta. Ciò che distingue l’Orpheus Descending” dagli altri lavori di Williams è che le questioni presentate sono su scala molto più grande e le loro soluzioni fuori portata. Come il mito greco su cui è basato, con Orfeo ed Euridice, l’”Orpheus Descending” dipinge un destino inevitabile.
Questa di cui parliamo è un’incantevole produzione dell’opera, diretta da Lou Pepe,che permette ai suoi attori di esplorare senza limiti. Gale Harold nel ruolo di Val Xavier è un attore magnificamente sensibile che apporta un’intensa sensualità e una tranquilla irrequietezza. Un’anima attenta ai bisogni delle donne, egli è ancora un ‘fuggitivo’ la cui ‘compagna di vita’ é la sua chitarra. Marchiato come ‘strano oratore’,le sue riflessioni sul fatto di non trovare risposte sono profetiche, rendendolo qualcosa di simile ad un visionario. Alla vigilia di Pasqua, nel atto terzo, mentre fa a brandelli la giacca di pelle di serpente che ha indossato per tutto il tempo, egli, se posso osare nel dirlo, potrebbe simbolizzare il Cristo. Risurrezione, vita nuova. C’è così tanto a cui pensare; Williams sfida attori e spettatori a prendere tutto senza esclusione di colpi.
Denise Crosby è la moglie malcontenta, miserabile nel suo ambiente, vendicativa e desiderosa di dedizione sessuale. L’accento italiano della Crosby potrebbe essere ritenuto debole, ma la sua passione è esuberante.
Nitidi ritratti sono restituiti da Claudia Mason nei panni di Carol Cutrere, la dissoluta vagabonda della città e da Francesca Casale nelle vesti di Vee Talbot, pittrice utopista dalle ossessioni religiose/sacrileghe.
Kelly Ebsary e Sheila Shaw costituiscono le bisbetiche vicine chiacchierone divertenti da guardare e Geoffrey Wade nella parte di Jabe Torrance e Andy Forrest nel ruolo dello Sceriffo Talbot forniscono entrambi eleganti rappresentazioni di due mariti dispotici.
Senza dubbio, emergeranno molte interpretazioni, ma un’unica frase non mi abbandona: “Non mi sento al sicuro in questo posto, ma voglio rimanere”. Le contraddizioni liriche di Williams donano luce, anche se scomoda, alla fine del tunnel dell’oscurità.
Potete quasi vedere le ragnatele e la muffa sul set del vecchio negozio cadente dello scenografo David Mauer, e i costumi di Jane Anderson prendono in prestito l’autenticità del periodo.
L’”Orpheus Descending” continuerà a farvi riflettere
a lungo dopo che avrete lasciato il teatro; questa è una produzione
da non perdere!
5 stelle su 5.