15 gennaio 2010
di: Geo Hartley
Fonte: thisstage.la
Tradotto da: Francesca
Redatto da: Marcy
Se conoscete Harold dal suo lavoro in TV e cinema sapete che lui certamente è dotato di una bellezza selvaggia e che “fa bruciare” piuttosto bene. Tra i suoi molti ruoli, ricordiamo Brian Kinney nella famosa serie della Showtime “Queer as Folk”, il fidanzato di Susan Meyer in “Desperate Housewives”, e Wyatt Earp nel “Deadwood” della HBO. Ma sapevate che ha lavorato come interno in “A Noise Within”?
I ricordi di Harold saranno sicuramente riconoscibili da molti attori di teatro. “Facevamo “Cymbaline” al LATC,” racconta, “ed io ero arrivato ad un punto della mia carriera in cui pensavo di trasferirmi a New York o Chicago. Non ero bravo a fare audizioni a LA. Con me il metodo Shirtleff non funzionava. Ma, il mio manager voleva che facessi l’audizione per “Queer as Folk”. Mi venne presentata come un film per la TV per cui andai a leggere.
“Non mi importava più. Non mi importava che aspetto avessi. Avevo solo 5 dollari a mio nome, e mentre andavo all’audizione ho finito la benzina. Ho dovuto rovistare in giro per la macchina per cercare qualche spicciolo per mettere abbastanza benzina per arrivare lì.
“Avevo visto la versione originale Inglese e sapevo come un Americano avrebbe potuto recitare il ruolo di un gay dichiarato e impenitente, prendere o lasciare. Per cui ho tirato fuori le pistole e ho fatto fuoco. Quando ho finito, gli ho detto, “Se mi volete rivedere, non posso tornare Lunedì… devo affrontare “Cymbeline.”
Perché scegliere di recitare in Orpheus?
Harold dice di dover molto alla sua preparatrice Kim Gillingham. “Sono affascinato,” dice, “da come mi ha guidato a compiere scelte in mezzo al caos, e poi a trovare la forza di tener fede a quelle scelte. Alla fine dello scorso anno, l’ho chiamata e le ho chiesto se conosceva qualcosa di più rigoroso su cui avrei potuto lavorare ogni giorno. Lei mi ha richiamato e mi ha raccomandato questa commedia. Val. E’ stato un pensiero terrificante, ed eccitante.
“Prima di tutto ci sono le parole. Ha costruito il modo di parlare di quest’uomo, un parlatore particolare. Io sono di Atlanta ed ho passato gli anni della mia formazione in Florida, Georgia ed Alabama. C’è la cultura Francese, Spagnola, Italiana e nera. E’ fraseologia.
“E’ come un arrangiamento sinfonico e, quando parliamo gli uni con gli altri, le corde suonano insieme sul palco. Parliamo gli uni con gli altri come echi di mandolini o violini. Come dice il nostro regista Lou Pepe, “è come un’incantesimo.”
Harold, il “giovanotto”, dice, “Io ho 1001 paure. Possiamo sederci su una coperta con un po’ di vino e dell’uva e parlare di tutte. Ma più che altro, quando c’è un così grande drammaturgo, non vuoi sporcare il suo adattamento di un mito che fa piangere il rock.
“C’è anche la paura della prossima trappola –
non giocare con la metafora. Val è un cantante ed un prostituto…
un uomo che scappa, un uomo con un liuto che fa serenate ad una ninfa.
Io mi esibisco in “Heavenly Grass”, ed è la cosa che
mi terrorizza più di tutte.” Forse lo terrorozza perché
è stata scritta proprio da Williams. Un’eterea ode alla sua
audience.
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