Gale Harold interpreta un omosessuale da batticuore nella serie della Showtime
“Queer as folk”, un ruolo che recita in modo talmente convincente
che molti spettatori si interrogano sul vero orientamento sessuale di Harold
nella vita. Ma l'attore trentenne rifiuta di rivelare qualsiasi dettaglio
della sua sessualità. Ha tanti fans nella comunità gay quante
sono le sue ammiratrici così preferisce rimanere nel mistero piuttosto
che disilludere qualcuno.
Comunque ammette con molta modestia di non essere “esattamente”
un lascivo seduttore come il suo alter ego televisivo. Cresciuto in Georgia
come figlio di religiosi rigidi e praticanti, Harold era una stella del
calcio e vinse una borsa di studio per l'American University di Washington
D.C., dove studiò “Letteratura Romantica”. Dopo un semestre
si trasferì all'Art Institute di San Francisco, sebbene alla fine
si ritirò. Poi lavorò come meccanico di moto italiane.
Harold traslocò a Los Angeles nel 1997 e studiò drammaturgia
per tre anni, cosa che lo spinse al suo debutto teatrale in “Me and
My Friend” di Gillian Plowman al Los Angeles Theatre Center.
Inoltre fece il suo primo lungometraggio con “36K” di Paul Scheuring,
e studiò con una compagnia di teatro classico, con la quale portò
in scena “Il misantropo” e “Cimbelino”. Harold ha
recitato in “QAF” (che è stata ribattezzata la versione
gay di “Sex and the City”) fin da quando è stato messo
in onda l'anno scorso. E presto ritornerà sul palcoscenico interpretando
un uomo omofobico in “Uncle Bob” di Austin Pendleton, che apre
domani alla SoHo Playhouse (15 Vandam St., Sixth Avenue).
Lo spettacolo è un duo di attori e parla di un uomo (Harold) e suo
zio, (“Oz” l'attore protagonista George Morfogen) che sta morendo
di AIDS, e delle loro riflessioni sulla vita.
Style: Com'è il tuo stile personale?
Gale: Abbastanza semplice: pantaloni a sigaretta, occhiali
da sole vistosi, pelle usata, camicie in gabardine con molte righe, legno
massello, vino spagnolo, stivaletti italiani, musica chiassosa, gambe lunghe,
grandi finestre, salsa cruda, un futuro senza Repubblicani.
Style: Ti diverti a vestirti?
Gale: Sì. Specialmente se ho abbastanza tempo per
potermi preparare con piacere, come nelle notti d'estate, quando il sole
tramonta più tardi, la condensa della Vodka tonic lascia un anello
d'acqua sul tavolo, possibilmente con un pezzo di Junior Wells nello stereo.
Il semplice atto di fare un nodo della cravatta “alla Windsor”
può stimolare profondamente.
Style: Cosa indossi per un'uscita serale?
Gale: Di solito Levi's, stivaletti o Puma e una t-shirt.
Se mi devo vestire elegante, forse un completo in tessuto Sharkskin. Oppure
un abitino in microfibra…
Style: Dove ti piace fare shopping?
Gale: Compro molta roba usata. Toronto - dove giriamo -
ha dei negozi vintage meravigliosi. Ho trovato un vero e proprio gessato
anni '60 in Queen Street in condizioni perfette. E' blu scuro con la fodera
rosso sangue. Imbattibile.
Style: Chi sono i tuoi stilisti preferiti?
Gale: Paul Smith, Cesare Paciotti e Patrick Antosh.
Style: Fai spese da solo?
Gale: Dipende. Per lo show mi piace fare compere con il
costumista, perché conosce tutti i posti giusti. E' divertente spendere
qualche ora girando in mezzo a mucchi di roba misteriosa che mi fa impazzire,
ma che probabilmente non metterei mai.
Style: Dì un capo di abbigliamento o un accessorio
che di solito sfoggi.
Gale: Ho un vestito fatto qui a Toronto che prende come
modello quello anni '60 che ho trovato a San Francisco. [L' abito vintage]
era veramente sporco, modello Carnaby Street, affusolato e stretto. L'ho
distrutto a lungo andare, così l'ho portato in un negozio, il Niagara
Tailors a Little Italy, e l'ho fatto riprodurre.
Style: Cosa fai per rilassarti?
Gale: Legalmente? Musica, libri, ciclismo. Stare con gli amici, siamo tutti
molto uniti noi del cast, è una cosa che amo fare per scaricarmi.
Style: Segui qualche dieta speciale?
Gale: Una sottospecie di dieta “a zona”, più
proteine che carboidrati, molta verdura, molto sushi, molti dolciumi.
Style: Che cosa ti da sostanza?
Gale: La mia bibbia di Gideon in pelle di serpente a
sonagli.
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Scritto da Farrah Weinstein - Tradotto da Daniele - Redatto da Marcy