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Gale Harold era presente alla premiere del documentario su “Scott Walker” a San Francisco


24 gennaio 2009

di: Christie Keith
Fonte: thebacklot.com
Tradotto da: Francesca
Redatto da: Marcy

Quando il documentario-musical “Scott Walker: 30th Century Man” ha avuto la sua premiere Nord Americana ad Austin nel 2007, ho intervistato il regista Stephen Kijak (Cinemania). Essendo io una fan totale ed ossessionata di Scott Walker, avrei tanto voluto che potesse bastare l’intervista a Stephen per far sì che i nostri lettori fossero interessati a leggere, ma bisogna fare i conti con la realtà. Il pubblico interessato a documentari-musical su oscuri geni musicali non è molto rappresentato sul nostro sito.

Sono riuscita a trovare il modo di aggirare l’ostacolo quella volta quando l’addetto stampa del film ha comunicato che un altro dei produttori esecutivi si sarebbe reso disponibile per un’intervista ad Austin: Gale Harold (Queer as Folk, Desperate Housewives), l’attore messo da AfterElton.com nella lista dei 100 uomini più sexy. Lo intervistai, l’articolo ebbe successo e il mio editore è stato contento. Io sono riuscita a scrivere un articolo sulla mia ossessione per i musical, perciò ero felice anch’io.

Ma arriviamo velocemente alla notte di venerdì scorso quando mi sono recata a San Francisco per la premiere del film. In realtà mi piacerebbe molto poter fare un ‘avanti veloce’ di questi due anni passati e non solo per lo stress delle recenti elezioni Presidenziali che mi ha quasi ucciso.

Di solito quando un film mi piace cerco di vederlo una seconda volta immediatamente, specialmente se devo scrivere una revisione a riguardo. Ma “Scott Walker” non è ancora uscito in DVD, e veniva proiettato solo durante Film Festivals o in Europa, Australia e Nuova Zelanda; mancandomi la disponibilità economica e il tempo di viaggiare in tutto il mondo, ho solo potuto attendere. Dire perciò che mi sentivo tutta tremante, è dir poco.

Ero ancora più tremante alla fine della proiezione perché il documentario era ancor meglio di quanto mi ricordassi. Volevo scrivere un altro articolo a riguardo sul sito ma mi sono tornate in mente le difficoltà della volta scorsa quando la mia Walker-mania ha rischiato di strabordare nella mia AfterElton-mania (Sì, è una vera parola).

Per questo motivo ho di nuovo chiesto il consiglio del mio editore Michael Jensen. “Pensi che ai nostri lettori possa interessare?” Lui non mi ha risposto immediatamente, perciò mi sono detta che diamine, l’altra volta ha funzionato. Così ho aggiunto “Era presente anche Gale Harold.”

“Bé allora è una notizia no?” mi ha detto lui. “Non è questa la prima volta che lo si vede ufficialmente in pubblico dopo l’incidente?”

Gli ho risposto che pensavo fosse proprio così.

“Ci hai parlato?” mi ha chiesto.

Ci ho parlato? Bé sì e no. Mi ha detto ciao ed è stato molto amichevole finché, da attore notoriamente resistente alle interviste, non ha notato il piccolo registratore digitale che stavo usando per intervistare Stephen Kijak. Dopo di che ha improvvisamente sentito il bisogno di andare a parlare con una persona situata dall’altra parte della sala. E’ stato piuttosto divertente. Suppongo che un bravo giornalista lo avrebbe seguito ma a me è sempre mancato l’istinto del killer, e questo penso sia il motivo per il quale mi guadagno da vivere scrivendo articoli sui cani o su Project Runaway invece che lavorare per TMZ o per il Washington Post.

Harold, come Kijak, è un grande fan di Scott Walker, ed ha investito i primi soldi per sovvenzionare il documentario. Inoltre, sempre come Kijak, (Gale) una volta viveva a San Francisco, per cui non sarebbe stato sorprendente vederlo lì. Ma l’incidente in cui è stato coinvolto alla fine dello scorso anno lo ha tenuto lontano dal set di DH per diversi mesi ormai ed il suo addetto stampa non ha mai fatto sapere quando sarebbe potuto rientrare nel cast dello show.

I fan di Gale, che si sono molto preoccupati a causa di indegne speculazioni diffuse in Internet riguardo alla sua salute, saranno felici di sapere che sembrava stare bene, rideva e parlava con gli amici, abbracciava le persone e si era seduto a gambe incrociate alla fine del cinema prima di recarsi al Casanova Lounge dove Kijak ha suonato i dischi di Scott Walker fino alle 2 del mattino.

Gale indossava uno dei suoi onnipresenti cappelli – non ho mai visto Gale Harold fuori dal teleschermo senza un cappello – ma stavolta lo portava tirato indietro sul viso e non calcato basso sugli occhi. E questo, in maniera molto divertente, è un tratto che ha in comune con l’enigmatico Scott Walker, che fa lo stesso con un cappello da baseball. Secondo Jarvis Cocker, quando Scott si tira indietro il cappello, è segno che è felice; forse è vero anche per Gale.

E nello stile Project Runaway che ho impostato qui, continuerò con il report modaiolo e dirò che Gale sembrava anche sartorialmente meglio abbigliato di quando l’ho visto ad Austin; indossava una giacca di colore chiaro ed una sciarpa sopra dei jeans stretti e stivali trasandati. Era piuttosto rasato anche, o per lo meno aveva meno barba che ad Austin.

San Francisco sembra tirar fuori il meglio da entrambi gli uomini in realtà, perché Stephen, che ha tenuto una sessione di domande e risposte col pubblico, sembrava molto più rilassato di quanto non lo fosse ad Austin durante la sessione tenuta lì. Questo è dovuto in parte, mi ha detto, al fatto che da allora ha tenuto centinaia di sessioni di domande/risposte ai film festivals, ed in parte al fatto che aveva bevuto un bel po’ in precedenza.

Qualsiasi cosa fosse, gli donava; ha lasciato il suo stile da tenero-secchione-indie ad Austin ed indossava una maglia a righe, una giacca di pelle scamosciata e aveva i capelli aruffati. Era più disponibile a parlare di Scott di quanto lo fosse nel passato ed ha detto che Walker, il quale non ascolta mai i suoi dischi, non aveva nemmeno visto il film ma pare ne sia rimasto molto contento e sia felice del suo successo. Ed in caso vi chiediate perché continuo a parlare dei capelli di tutti, sappiate che hanno iniziato Stephen ed una fan di Walker facendo un’analisi delle pettinature di Scott Walker attraverso i decenni.

Per coloro che non fossero fissati con la musica e non conoscessero perciò Scott Walker, fidatevi di me quando dico che voi potrete non conoscere la sua musica ma gli uomini e le donne che fanno musica professionalmente, lo conoscono perfettamente. Infatti una delle cose che preferisco del film è guardare grandi nomi della musica entusiasmarsi come teenagers per Walker e il suo lavoro.

Ecco un estratto della mia prima revisione sul documentario:

Una delle cose più interessanti del film per chiunque ami la musica, è rappresentata dalle lunghe interviste con musicisti influenzati da Walker. Non contento di lasciarli solo parlare, Kijak porta esempi della musica di Walker per poi filmare le reazioni degli intervistati mentre li ascoltano. Guardare il volto di Lulu mentre ascolta un taglio del 1995 di “Tilt”, vale già da solo il prezzo del biglietto – e lo stesso vale per ciò che dice Marc Almond (Soft Cell, Marc and the Mambas) sul perché odia “Tilt”. Ma l’immensa partecipazione e varietà degli artisti che ascoltano rispettosamente e in modo rapito la musica di Walker - David Bowie, Brian Eno, Jarvis Cocker, Radiohead, Damo?(?? ?n Albarn (Blur, Gorillaz), Neil Hannon (The Divine Comedy), Alison Goldfrapp, Sting, Dot Allison, Simon Raymonde (Cocteau Twins), Richard Hawley, Rob Ellis, Johnny Marr, Gavin Friday, Peter Olliff, Angela Morley, Ute Lemper, Ed Bicknell, Evan Parker, Benjamin Biolay, Hector Zazou, Mo Foster, Phil Sheppard, Pete Walsh – fa quasi sentire in imbarazzo chiunque si sia interessato ad un diverso genere di musica negli ultimi 30 anni.

Inoltre Kijak vanta una delle ultime interviste con la leggendaria compositrice ed arrangiatrice Angela Morley, morta all’inizio del mese corrente ad 84 anni. La Morley era una donna transgender che si è guadagnata una posizione preminente nel suo campo con il nome di Wally Scott. E’ stata nominata per due Oscar, ha vinto due Emmy, ed ha composto musica per parecchi popolari film e telefilm come Dynasty, Dallas, Cagney andLacey, Wonder Woman, Star Wars, ed ET.

E questa cosa rende il fatto che ella ha composto alcuni arrangiamenti per gli album di Scott Walker ancora più rimarchevole, dato che Walker non è affatto appartenente al al mondo rock di Dinasty. Sembra che lo abbia pensato anche lei; quando Kijak e la Morley ascoltano uno degli album che lei ha arrangiato decadi precedenti, lei sbatte gli occhi e chiede: “Ma sei sicuro che l’abbia fatto io questo?”

Una delle domande che ho fatto a Stephen è stata: quando uscirà negli Stati Uniti il DVD di “Scott Walker”?

Giugno, ha promesso – e conterrà un sacco di extra, anche se purtroppo non ci sarà il pezzo riguardante Doodle, il cane del manager di Scott, che si strofina sulla gamba di Stephen, del quale lui mi ha parlato (ve l’ho detto che aveva bevuto). A quanto pare alcune cose sono ancora proibite.




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